Trattamento antitarlo a microonde per i mobili: in camera riverberante o a domicilio?
Facciamo chiarezza
Può sembrare impegnativo e fastidioso trasportare i mobili fuori casa per effettuare il trattamento antitarlo, ma anche per un trattamento a domicilio gli accorgimenti non sono pochi. Vediamo quali sono gli step da seguire per un lavoro “fatto a regola d’arte”:
- i mobili vanno comunque svuotati
- si ha l’impegno di avere personale in casa
- se si usano anche prodotti preservanti chimici si ha il fastidio degli odori
- non è più economico perché il personale a domicilio ha un costo superiore che può essere paragonato a quello del trasporto
- la movimentazione in casa dei mobili può arrecare danni se non viene fatta da almeno due persone e per contenere i costi è difficile che possano rimanere due addetti per tutto il tempo visto che ci sono anche i tempi morti dei momenti in cui viene messo in funzione il microonde nei quali non si può stare nelle vicinanze perché, essendoci una dispersione delle microonde, sia gli operatori che gli abitanti, devono allontanarsi.
Bisogna inoltre capire con quale attrezzatura viene effettuato il trattamento perché esistono due tipi diversi di dispositivi a microonde per la lotta ai tarli:

La camera riverberante

Il dispositivo da cantiere
La camera riverberante è stata specificatamente ideata, progettata e sperimentata per tutti gli oggetti mobili in quanto questi, avendo molte facce, lati, ante, cassetti ecc. ecc. devono essere investiti dalle microonde in ogni loro parte.
Le microonde pertanto vengono fatte muovere all’interno della camera da una specie di ventola chiamata stirrer, in pratica creando l’effetto del piatto che gira nel microonde di casa ma senza dover far girare tutto il mobile, che le fa rimbalzare contro i muri della camera e contro gli oggetti.
In questo modo ogni minima parte viene colpita e irraggiata producendo l’effetto fisico di muovere le molecole dell’acqua presente nei tarli a qualsiasi stadio vitale si trovino che, per effetto dello sfregamento tra di loro (detto effetto joule), si riscaldano e quindi, essendo i tarli composti come tutti gli esseri viventi al 70% da acqua, vengono portati alle temperature letali necessarie alla loro eliminazione.
In questo modo non ci sono dubbi sull’efficacia del trattamento al 100%
Dopo anni di utilizzo della camera riverberante, e avendo testato gli ottimi risultati ottenuti nel campo della lotta ai tarli, si è pensato a come si sarebbe potuta sfruttare questa tecnologia anche per tutti gli oggetti inamovibili come travi, parquet, boiserie o mobili fissi.
Sono stati quindi studiati, creati e testati dei dispositivi a microonde per questa tipologia di struttura: i dispositivi da cantiere
I dispositivi da cantiere chiaramente hanno caratteristiche molto diverse rispetto alla camera riverberante perchè si possono trattare solo piccole porzioni per volta spostando i dispositivi man mano che si procede con il trattamento.
La natura stessa di questo tipo di dispositivo, e della struttura da trattare, non consente una coibentazione totale delle microonde le quali vengono dirette contro gli oggetti da trattare e, nonostante questi assorbano le microonde, una parte può venire dispersa nell’ambiente ed è per questo che bisogna avere dei sistemi di controllo in modo che sia gli operatori che gli abitanti possano stare in sicurezza.
Qual è il limite di questo tipo di dispositivo per l’uso sui mobili rispetto a una camera riverberante dato che purtroppo ultimamente qualcuno si sta inventando di utilizzarli sui mobili?
Lo spiego subito: potendo trattare al massimo circa 25 centimetri quadrati per volta, spostando continuamente il dispositivo man mano che i 25 cm sono arrivati a temperatura, è chiaro che ci possono essere delle sovrapposizioni non perfette, dei punti in cui non si riesce ad arrivare a riscaldamento, ad esempio sotto ad un mobile, su un retro, nello spazio di un cassetto, o su tutti i lati del cassetto stesso visto che bisogna trattare ogni singola parte separatamente.
Quindi prima un lato, poi un altro, poi il retro, poi il piede, poi bisogna tirar fuori i cassetti, i cassetti devono essere trattati su ogni lato, ecc…
È chiaro che a questo punto per trattare completamente e in modo realmente efficace un mobile ci vuole un tempo enorme rispetto a quello che si impiega in una camera riverberante ma soprattutto non c’è la certezza al 100% di aver investito ogni cm del mobile e dei suoi componenti.
Ovviamente l’utilizzo di questi dispositivi su parquet o travi è molto più semplice ed efficace, visto che sono stati creati appositamente per questo scopo, perché basta applicare il trattamento solo su un lato, se si tratta di parquet, o su due lati, se si tratta di travi molto grosse, altrimenti anche su queste basta un solo passaggio.
Per le strutture inamovibili è comunque necessario eseguire azioni combinate in base alla raggiungibilità dell’elemento ed è per questo che se non dovessero bastare i dispositivi a microonde, ad esempio per arrivare a trattare un parquet nella porzione sotto ad un grosso mobile che non si riesce a spostare, allora entrano in campo i tappeti ad infrarossi, i quali possono essere posizionati anche in spazi molto ridotti dove le campane del microonde da cantiere non entrerebbero. Infine, visto che nonostante tutti queste attrezzature, soprattutto nelle travi ci sono delle parti irraggiungibili tipo quelle affogate nella muratura, è sempre consigliato, dopo un trattamento antitarlo fatto a regola d’arte, effettuare comunque un monitoraggio biennale della situazione con eventualmente la stesura di un prodotto preservante.