Imitare il Legno: un’Arte Antica
Nelle antiche Pitture Murali egizie e romane si trovano frequentemente riproduzioni di pannellature lignee dipinte ad imitazione di elementi d’arredo.
Nella pittura del Medioevo e del Rinascimento questa tendenza crescerà fino ad assumere aspetti illusionistici.
Il finto legno diventa spesso una possibilità di “inganno dell’occhio” in modo da riprodurre, su oggetti di legno di poco valore, le essenze più pregiate.
Solo dall’inizio dell’Età Barocca questo procedimento acquista un’autonoma presenza nella storia delle Tecniche Artistiche e di Decorazione.
All’origine quest’arte era limitata alla semplice esecuzione delle venature del legno realizzate con pennello e colori dalla mano di un artista. Dall’Epoca Barocca si assisterà ad un progressivo perfezionamento dell’imitazione che si affermerà come una vera e propria tecnica a sé stante, eseguita con metodi e strumenti specifici, impiegati esclusivamente per questo scopo da artigiani specializzati.
Questa tecnica è stata per lungo tempo e a torto ritenuta “arte minore”, senza capire come queste modalità decorative non siano pura e semplice imitazione ma talvolta si trasformino, come per quanto riguarda i primi decoratori barocchi, in una audace esagerazione piuttosto che in una riproduzione fedele.
Questa vena stravagante e originale sarà ancora nell’Ottocento anima dello stile di molte decorazioni popolari eseguite da esperti sia europei che americani.
Questo Stile brioso e ricco di piacevoli esagerazioni sopravvivrà fino ai primi del Novecento.
Nel corso dell’Ottocento un limitato numero di artigiani porterà l’imitazione del legno a livelli tecnici difficilmente superabili. In questo sviluppo della tecnica, l’artigiano si spingeva a realizzare, oltre al complesso motivo delle venature, anche il Disegno di Intarsi di essenze pregiate. I grandi risultati raggiunti da questi operatori sono spesso frutto di abilità personale ma al tempo stesso di un lungo processo di perfezionamento della tecnica raggiunto nelle botteghe.
In queste comunità di lavoro, cui si entrava a far parte da giovanissimi, i procedimenti usati e sperimentati erano frutto di secolari Tradizioni e si trasmettevano da maestro ad allievo.
Tutti i sistemi impiegati prevedono la stesura di un fondo di base sopra al quale si procede con velature trasparenti a “venare” la superficie. I migliori operatori tendono ad usare tecniche che garantiscono la massima trasparenza impiegando colori il più possibile vicini alla realtà cromatica.
Il colore deve essere giustamente denso per esser lavorato da pettini, tamponi e pennelli seccando lentamente e senza colare.
Molte tecniche sono ancora segrete e molti dei Segreti di Lavorazione sono perduti o mai divulgati. Qualcosa è stato ricostruito attraverso lo studio di fonti e manoscritti antichi. Ad esempio come legante per le velature, nei paesi mediterranei ma soprattutto in Italia, si usava la tempera di Farina mentre nei paesi slavi, in Austria e in Germania l’Amido o la Fecola di Patate. Zucchero e Aceto con aggiunta di gelatina sono stati usati su fondi assorbenti da decoratori americani e inglesi, mentre la Birra rancida ristretta tramite bollitura furono talvolta usate nel nord Europa.
Agli inizi del Novecento il cambiamento di gusto, l’affermarsi della civiltà industriale, il diffondersi di prodotti pronti all’uso e l’aumento del costo della manodopera indussero molti operatori ad impiegare Tecniche più rapide, di effetto immediato e di pronta esecuzione senza tenere effettivamente conto delle diverse specie legnose ma riproducendo sempre la stessa che si può ottenere facilmente con “timbri a tampone” sempre uguali.
Inutile dire che un tipo di imitazione che riproduce un “effetto generale” e con tecniche a vernice sostituite poi da Smalti Sintetici hanno prodotto nel tempo Risultati piuttosto Scadenti rappresentando un passo indietro rispetto alla precedente tradizione come possiamo vedere nell’immagine di fianco.